Il premio “Isola di Arturo” dedicato ad Elsa Morante sarà assegnato quest’anno ad un artista rivoluzionario sulla scena italiana
C’è qualcosa di profondamente evocativo quando un’isola che ha ospitato l’immaginario letterario di Elsa Morante riconosce il talento di un autore contemporaneo che, con altrettanta sensibilità, ci porta nei luoghi più intimi della sua esperienza e del nostro tempo.
È proprio questo che succede a Procida, il 14 dicembre 2024, quando Zerocalcare, sarà premiato con il prestigioso “Premio Procida – Isola di Arturo – Elsa Morante”, nella sua XXXVII edizione, per la sezione “Nona Arte”.
Il “Premio Procida – Isola di Arturo – Elsa Morante” nasce nel 1986, poco dopo la scomparsa della scrittrice, ed è il primo riconoscimento in Italia dedicato a Elsa Morante. Con il tempo, il premio è cresciuto includendo nuove sezioni oltre alla narrativa, riconoscendo personalità che si sono distinte nel mondo della cultura. Quest’anno, l’onore è andato proprio a Zerocalcare, uno dei più importanti fumettisti del nostro tempo, capace di coniugare l’impegno sociale e l’arte del fumetto con una voce autentica e mai scontata.
La premiazione a Procida rappresenterà un momento significativo, non solo per Zerocalcare, ma per il fumetto come forma d’arte e soprattutto di letteratura. Il riconoscimento di una “Nona Arte” sottolinea come il fumetto sia ormai considerato una delle più potenti espressioni culturali contemporanee, capace di raccontare la realtà in modo diretto, emozionante e accessibile. Michele è riuscito, con la sua penna e la sua sensibilità, a creare un ponte tra generazioni e a farci riflettere sulla condizione umana con uno stile che è tutto suo: ironico, struggente e profondamente empatico.
Chi è Zerocalcare: il fumetto come letteratura
Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, ha da sempre rappresentato una voce unica nel panorama culturale italiano. Nato ad Arezzo nel 1983 e cresciuto a Rebibbia, un quartiere romano che ha spesso fatto da sfondo alle sue storie, Zerocalcare è diventato noto per il suo stile narrativo che mescola umorismo, critica sociale e profonda empatia verso gli invisibili della società.
Fin dai suoi primi lavori, come “La profezia dell’armadillo”, fino alle opere più recenti, il fumettista ha esplorato le ansie e le difficoltà della generazione precaria, quella che si è trovata a crescere tra incertezze lavorative, sfide economiche e un futuro spesso nebuloso.
Il suo ultimo lavoro, “Quando muori resta a me”, pubblicato da Bao Publishing, è stato uno dei motivi che ha portato alla sua premiazione a Procida. In questo volume, Zerocalcare racconta un rapporto padre-figlio, facendo emergere una tematica profonda che richiama direttamente il celebre romanzo “L’isola di Arturo” di Elsa Morante. C’è un parallelismo tra Arturo e suo padre Wilhelm, e i legami esplorati da Zerocalcare nel suo lavoro più recente, un parallelismo che non è sfuggito alla giuria del Premio Procida.
L’impegno di Zerocalcare non si ferma solo sulla pagina. I suoi viaggi e la sua dedizione a documentare realtà complesse come il conflitto siriano, attraverso un punto di vista umano e mai banale, dimostrano il suo coraggio e la sua capacità di gettare luce su storie spesso dimenticate dai media tradizionali. La sua arte è testimonianza e riflessione, è un modo per dare voce a chi voce non ce l’ha.
Con questo premio, Procida riconosce la potenza narrativa di Zerocalcare e la sua capacità di farci vedere il mondo con occhi nuovi. Un autore che, come Arturo, ha scelto di esplorare l’isola della realtà senza mai perdere la curiosità e il desiderio di raccontarla.